"Prego molto per te. Vorrei essere santo per poter ottenere grandi grazie per te attraverso le mie preghiere".
Con queste parole Charles de Foucauld consegna all’amico Henry de Castries il suo desiderio di diventare santo, non per se stesso ma per intercedere per quanti amava. Desiderio che si realizzerà in modo ufficiale il 15 maggio 2022, quando papa Francesco lo proclamerà santo insieme ad altri beati.
Questo desiderio di santità ha fatto percorrere a Charles un vero e proprio "cammino di trasformazione", come scrive papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti (n. 286).
È una trasformazione che porta il visconte de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, a farsi “fratello universale” nel deserto del Sahara, dove muore nel 1916. Questo cammino di Charles verso la santità inizia anni prima, quando, militare dalla vita disordinata e ormai lontana dalla fede trasmessagli dalla famiglia, parte per l’esplorazione del Marocco.
Questo luogo gli "prende il cuore": lo colpisce l’ospitalità della gente e l’immensità del deserto, ma soprattutto prova stupore per la fede nel Dio Grande e Unico dell’Islam. Tornato a Parigi nel 1886, si pone sempre più domande su Dio. Don Henri Huvelin, al quale si rivolge per avere “lezioni" di religione, gli fa sperimentare la bontà di Dio: lo confessa e lo manda a ricevere l’Eucaristia.
È l’inizio della conversione di Charles. Conoscendo sempre più Gesù e la sua vita, Charles ne rimane affascinato e desidera imitarlo, in particolare nell’esistenza "umile e oscura di operaio" che Gesù ha vissuto per trent’anni a Nazareth.
Così, nel gennaio 1890 sceglie di diventare monaco trappista, ma avverte il richiamo di una vita più radicale. Nel 1897, uscito dalla Trappa, si trasferisce proprio a Nazareth. Alloggia in una capanna, in povertà assoluta, passa ore in adorazione silenziosa dell’Eucaristia e medita la Bibbia.
A poco a poco sente che amare Gesù significa diventare fratello di tutti, soprattutto di coloro che ancora non lo conoscono. Per questo, diventa sacerdote: è ordinato a Viviers, in Francia, il 9 giugno 1901.
Così fa ritorno nel deserto, esplorato da giovane, e si installa a Beni-Abbès, in Algeria. Nel corso degli anni, si sposta sempre più a sud, in mezzo alla popolazione nomade dei Tuareg. Come Charles è stato raggiunto dall’amo - re di Dio e ha sperimentato la “fraternità” che Gesù ha voluto c o s t r u i r e con lui, così, ora, inventa modi per portare la bontà di Dio a tutti: dalla raccolta della lingua e cultura tuareg, al coinvolgimento di laici nei suoi progetti missionari; dalla cura della vita dei militari nel Sahara, alle tante lettere con cui tiene vivi legami e condivide la sua esperienza; dal tempo dedicato all’adorazione e alla meditazione della Parola di Dio, al tempo "perso" per accogliere e farsi accogliere da quanti vivono attorno a lui, soprattutto i più poveri … è così che diventa il fratello universale!
Charles muore il 1° dicembre 1916, ucciso davanti al fortino di Tamanrasset, da lui costruito come luogo di protezione per la popolazione nel caso di incursioni. Muore da solo, ma il suo sogno è sempre stato quello di condividere la sua vocazione con altri: per questo scrive diverse regole di vita religiosa e pensa che la "vita di Nazareth" possa essere vissuta da tutti ed ovunque.
Oggi diverse associazioni di fedeli, comunità religiose ed istituti secolari di laici o sacerdoti, riuniti nella "famiglia spirituale di Charles de Foucauld", portano avanti, in tutto il mondo, le intuizioni di Charles, il suo desiderio di imitazione di Gesù e di fraternità con tutti. Anche noi Discepole del Vangelo apparteniamo a questa "famiglia" e siamo presenti qui a San Giuliano con una fraternità dal 2006. Cerchiamo di percorrere diverse vie tracciate da Charles per continuare la sua esperienza. Una è la via che ci fa incontrare sempre più con Gesù e con il suo Vangelo, cercando e trovando in Dio il senso di ciò che viviamo e condividendolo con altri.
Questo ci porta anche ad aprire la nostra preghiera quotidiana a tutti e a condividere, con quanti lo desiderano, l’ascolto del Vangelo della domenica ogni giovedì sera. È una bella occasione per crescere insieme nella fede e contemplare l’agire di Dio nella vita di ciascuno. C’è poi la via che dà valore alla quotidianità, nella scelta di rimanere immerse nella vita ordinaria fatta, per tutti, di gioie e di fatiche: è la vita che Gesù stesso ha vissuto per trent’anni!
Come Discepole abbiamo scelto di mantenerci con il nostro lavoro, secondo le possibilità di ciascuna e del contesto in cui siamo inserite: noi, Marilisa, Arianna e Elena, lavoriamo in alcune scuole della nostra città come insegnanti di religione. Questo ci permette di condividere e di essere vicine alla vita dei nostri colleghi e dei nostri alunni, cercando di portare serenità e comunione. Vi è, infine, la via che genera l’incontro, la via dell’accoglienza e della fraternità.
Nella comunità pastorale, nelle attività e nell’accompagnamento dei ragazzi e dei giovani, nella collaborazione con educatori, adulti e sacerdoti, cerchiamo di accogliere e di valorizzare il buono che c’è nelle persone e nelle situazioni; nell’incontro con ammalati, anziani e famiglie cerchiamo di condividere un seme di speranza e di amicizia facendo visita e, a chi lo desidera, portando la Comunione.
Al tempo stesso, cerchiamo di offrire un luogo di ascolto, di fraternità e di condivisione di vita a quanti bussano alla nostra porta.
Queste sono vie che Charles de Foucauld ci indica per vivere concretamente il Vangelo: sono piccoli semi di un desiderio anche nostro di vivere la fraternità universale e di camminare insieme a tutta la comunità.
Questo santo, insieme alla comunità di tutti i santi, ci sostenga nei nostri passi quotidiani verso la santità!
Marilisa, Arianna ed Elena Discepole del Vangelo